domenica 13 marzo 2011

Rubbia: "Né petrolio né carbone soltanto il sole può darci energia"

Professor Rubbia? Qual è la sua visione sul futuro dell'energia?
...non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, ...  Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole ...

Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?

"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".

Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?

"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.

Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole...

"Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?

"Guardi questa foto:

è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...

"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno.

"D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?

"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".
 




L'intervista completa si trova al seguente link:http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/energie-pulite/rubbia-solare/rubbia-solare.html

giovedì 3 marzo 2011

Nucleare vs Rinnovabili: il potenziale energetico dallo sfruttamento delle correnti nel solo stretto di Messina è pari a quello di 20 centrali atomiche di media produzione

Riassumo da Wikipedia un aricolo ben informato che fa riferimento a fonti autorevoli.
La potenza degli impianti nucleari varia da un minimo di 40 MW fino ad oltre un gigawatt. Le centrali più moderne hanno una potenza compresa tra i 600 MW e i 1600 MW.
La vita operativa di una centrale nucleare attuale è in genere intorno ai 25-30 anni. Le centrali che si progettano attualmente possono arrivare a 60 anni di operatività. Al termine di questo periodo l'impianto va smantellato, il terreno bonificato e le scorie stoccate adeguatamente.
Per quanto riguarda i consumi, una centrale nucleare "media" da 1000 MWe necessita all'incirca di 30 tonnellate di uranio arricchito all'anno o 150/200 tonnellate di uranio naturale. La produzione di questi quantitativi di uranio presuppone l'estrazione grandi quantitativi di roccia e l'uso di ingenti quantitativi di acidi ed acqua.
Per quanto riguarda il rendimento termodinamico, le centrali nucleari hanno una bassa efficienza di conversione del calore in energia elettrica. Infatti solo una parte variabile dal 30% al 35% della potenza termica sviluppata dai reattori è convertita in elettricità. La conseguenza di ciò è la necessità di dissipare enormi quantità di calore in atmosfera, in fiumi o in mare, con un fabbisogno di acqua di raffreddamento veramente molto cospicuo. Ad esempio in Francia il raffreddamento delle centrali elettriche nel 2006 ha assorbito 19,1 miliardi di m3 d'acqua dolce, cioè il 57% dei prelievi totali d'acqua del paese; una parte di quest'acqua, il 93%, viene restituita ai fiumi, mentre la quota consumata (cioè utilizzata in torri evaporative) ed emessa in atmosfera rappresenta il 22% (1,3 miliardi di m3) di tutta l'acqua consumata in Francia.

Dal sito del bollettino università e ricerca si trova un articolo che descrive un vecchio progetto - elaborato dai dipartimenti di meccanica, energia e informatica dell'Universita' della Calabria - che utilizzando una serie di particolari turbine, denominate ''chirali'', da installare sul fondo dello Stretto ipotizza l'erogazione di una potenza pari a 15.000 MegaWatt.
Il tutto chiaramente con un impatto ambientale minimo, nessuna produzione di CO2, nessun problema di smaltimento di scorie radioattive, nessun consumo di territorio e acqua, costi di gestione assolutamente inferiori a quelli del nucleare.


Controllate pure su www.bur.it

martedì 19 ottobre 2010

Considerazioni sul risparmio energetico negli edifici pubblici


L'immagine rappresenta un rilievo fotometrico del campus scolastico di Pesaro. Ad ogni colore corrisponde una temperatura, così è facile capire quanto calore viene disperso dall'edificio. La legenda mostra una temperatura esterna di circa 5 °C. Sul muro, quei rettangoli bianchi indicano la temperatura in corrispondenza dei radiatori, (circa 13 °C). Questo significa che molto calore viene letteralmente buttato via. Se alla dissipazione di calore aggiungiamo la cattiva gestione (nella scuola non è possibile spegnere i radiatori quando è troppo caldo, spesso le porte sono spalancate, pressochè ad ogni ora si deve effettuare un ricambio di aria perchè non esiste un riciclo forzato) e consideriamo che in una normale abitazione si disperde il 40% del calore, è facile concludere che, in questa situazione, più del 50% dell'energia termica viene dispersa all'esterno.
Sappiamo che è possibile operare una conversione degli edifici per contenere le dispersioni e che si può arrivare fino ad un risparmio del 90% dell'energia termica (vedi casa passiva).
Al risparmio si aggiungerebbero le notevolmente ridotte emissioni di CO2 e, nel caso il riscaldamento fosse a gasolio, anche la riduzione delle polveri sottili.
Inoltre, la riqualificazione energetica creerebbe nuove opportunità occupazionali e promuoverebbe la ricerca
Allora perchè non cercare di pianificare un intervento di riqualificazione energetica per tutti gli edifici pubblici magari coinvolgendo le università o gli istituti di ricerca?
A chi potrebbe non convenire?

lunedì 18 ottobre 2010

Via Morosini - Come è andata a finire?

Tanti sono i temi che abbiamo affrontato nelle ultime riunioni e, tra tante cose degne di attenzione ho scelto la vicenda di via Morosini, non perchè la ritenga più importante, semplicemente perchè le ultime notizie risalgono a maggio scorso e non vorrei che ci si dimenticasse.
Il titolo del 26 maggio del Resto del Carlino sembrava tranquillizzante ma il silenzio che si è steso sulla vicenda da allora non lo è affatto!

Ecco una raccolta di titoli dal Resto del Carlino:

Pesaro 2010-05-26 11:07:44
Cantiere ex Amga, l'aria e' respirabile. Nonostante la puzza i risultati Arpam sono tranquillizzanti.  
Ecco la lista di interventi richiesti alle ditte per finire la messa in sicurezza. Partiamo da un dato positivo...

Fano - 2010-05-22 16:05:50
Scandalo cantiere ex Amga Aguzzi contro Pesaro
Sullo smaltimento illecito di rifiuti nell'ex cava Solazzi e nella discarica di Monteschiantello il Comune di Fano ha deciso di costituirsi parte civile al processo. Ecco i danni causati.

Pesaro - 2010-05-19 11:20:54
Caso dell'ex Amga: bonifica in bilico ma il Comune e' pronto a pagare
La ditta Petroltecnica ha presentato un preventivo per ultimare il lavoro d'emergenza. Chi paga l'inquinamento dell'ex Amga?

Pesaro - 2010-05-14 11:28:59
Caso dell'ex Amga, cantiere dei veleni: "Si sapeva tutto gia' dal lontano 1974"
Walter Eusebi ha annunciato le conclusioni della commissione consiliare. "C'era un atto scritto che pero' e' stato dimenticato da tutti" Tutti sapevano, nessuno sapeva Nel contratto era scritto ...

Pesaro - 2010-05-11 10:49:02
"Le vasche piene di veleni distrutte dai soldati tedeschi"
E' questa la singolare difesa delle ditte proprietarie dell'area di via Morosini. "Abbiamo chiesto al sostituto procuratore una verifica storico-tecnica"conferma l'avvocato Ruggeri, che tutela le societa' ...

Pesaro - 2010-05-06 12:34:00
Veleni dell'ex Amga, altri malori: i residenti di via Morosini vanno dal medico
Dopo l'ultima ondata di puzza e di sostanze irritanti presenti nell'aria diverse persone, alcune delle quali anziane, si sono fatte visitare e tengono il certificato del medico pronto, nel cassetto. Ora qualcuno si rivolge ai medici. L'Asur chiarisce in un comunicato

Pesaro - 2010-05-04 15:58:03
Ex Amga, entro il mese la mappa dei veleni Penserini davanti al pm
Il titolare della cava fanese segue Alessandroni e va dal giudice: "Non sapevo che era terra inquinata, altrimenti non l'avrei mai accettata. Mi avevano detto che era terra vegetale ...

Pesaro - 2010-04-30 10:20:36
Ex Amga, inquinate anche le falde acquifere
E intanto l'autotrasportatore si presenta dal giudice e vuota il sacco sui responsabili. La linea difensiva: "Ho eseguito gli ordini della proprieta' e della direzione del cantiere" ...

Pesaro - 2010-04-26 17:41:23
Ex Amga, al via i lavori per rimuovere dal cantiere il materiale contaminato
Il Comune di Pesaro avvisa che nei giorni 28, 29 e 30 aprile, dalle ore 8 alle ore 18, verranno effettuate le operazioni di rimozione del materiale presente nel cantiere del centro direzionale Benelli. Dopo le denunce e gli esposti ...

Pesaro - 2010-04-19 15:09:10
Ex Amga, i primi esposti risalgono ad agosto scorso
Presentati anche per iscritto ai vigili urbani dai residenti di via Morosini. Chiede la famiglia Cioppi, che abita al civico 11 di quella via: "Che fine hanno fatto le nostre continue denunce?" Sapevano tutto...

venerdì 8 ottobre 2010

Food inc.

Ecco una parte del film che è stato proiettato al Solaris in occasione dell'apertura del Burger King a Pesaro. La fabbrica di Nichi (in collaborazione con Cineclub Shining, Verderame, i GAS e Animalia) ha promosso la visione del film FOOD INC per informare e riflettere sull'alimentazione e su tutto ciò che gravita intorno agli allevamenti intensivi. La denuncia è rivolta al sistema delle multinazonali che sfruttano persone e animali con un enorme danno per salute pubblica e per l'ambiente.